L’arte, e quindi anche la musica, vengono considerate dai totalitarismi del Novecento come pericolose dimostrazioni di libertà. Nazismo, fascismo e stalinismo studiano precise norme per la produzione artistica, bollando come ‘arte degenerata’ tutto ciò che non è conforme come contenuto e come linguaggio, all’ideologia imperante. Il percorso parte dalla Germania, passa attraverso l’Italia e arriva in Unione Sovietica. Si vedranno nel dettaglio le alterne vicende di noti compositori come Kurt Weill, Arnold Schönberg, Carl Orff, Alfredo Casella, Ottorino Respighi, Dmitrij Šostakovič e Sergej Prokof’ev, dai Carmina burana all’Opera da tre soldi alla Suite jazz, dalle Antiche arie e danze al Romeo e Giulietta.
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